mercoledì 22 aprile 2015

Ljuba e il suo progetto per le mamme milanesi.. e non solo: Gobimbo!

Ho scoperto un’app davvero utile che segnala luoghi e attività interessanti a Milano per mamme e bambini, a seconda della loro età. L’idea è di Ljuba, una mamma che ha sperimentato in prima persona la difficoltà di trovarsi da sola con un bambino in una grande città, con la famiglia lontana. Come capita effettivamente a tante altre mamme.

“Mentre ero in maternità pensavo a un lavoro che mi tenesse occupata stando a casa con mio figlio. Mi chiedevo cosa potessi fare. Lavoravo già da diversi anni, le mie amiche erano perlopiù donne single e non avevo mamme intorno. In certi momenti ho sofferto la solitudine. Ho iniziato ad appassionarmi a blog e forum di mamme su internet e, girando per Milano, ho maturato l’idea di Gobimbo, un servizio gratuito che permette di aggiornarsi sulle attività adatte all’età del tuo bambino presenti intorno a te”. Mi racconta.
Di origini croate ma da sempre milanese, Ljuba si è laureata nell’ambito delle pubbliche relazioni, ha fatto delle esperienze di studio all’estero e ha lavorato per anni in agenzie creative e nel mondo della pubblicità raffinando la sua conoscenza nel mondo del digitale. Questo background professionale si è rivelato molto utile per sviluppare poi la sua idea.

Tutto è accaduto quando Ljuba è andata in maternità a fine 2012: complice il fatto di avere la famiglia lontana e altri fattori come i ritmi e gli orari intensi di lavoro, Ljuba decide di lasciare l’agenzia per prendersi cura del suo piccolo. E in questo momento di alti e bassi arriva per lei anche l’ispirazione: Milano offre tante opportunità di incontro e tante cose da fare. Perchè allora non partire proprio da qui? 

“Ho pensato che le mamme di bambini piccoli non hanno tempo per leggere, informarsi, scremare le attività da fare. In questo la tecnologia può essere amica.” Gobimbo nasce quindi da un’esigenza reale di una mamma che ha pensato poi di facilitare altre mamme come lei, sempre in cerca di spunti per passare del tempo di qualità con i propri figli; con alcune di loro, professioniste in diversi settori, si è confrontata in uno spazio di coworking.

L’app è molto semplice perché permette di cercare in qualsiasi momento attività intorno a se, filtrando per età, giorno, orario. Ljuba ha messo passione ed esperienza professionale in questo progetto. Per la parte più tecnica si è affidata a un grafico e a uno sviluppatore che ha creato l’algoritmo in base a vicinanza spaziale e temporale.

“Gobimbo è nato a dicembre 2014 e sto avendo già ottimi riscontri dai download. Come tutte le start up, all’inizio è stato molto faticoso come investimento di energie, di tempo e di denaro, ma ora inizio a vedere i risultati e sono molto felice e soddisfatta. Per ora l’app è solo disponibile a Milano, ma vorrei che prendesse presto piede anche in altre città”. 

mercoledì 15 aprile 2015

Il Kids Design si colora di rosa: la storia di Simona

E’ appena iniziata la Milano Design Week, che quest’anno ospita per la prima volta un evento esclusivamente dedicato al mondo dell’infanzia: la Kids Design Week presso il Museo della Scienza e della Tecnologia Leonardo da Vinci. Quale migliore occasione per presentare la protagonista di oggi? Si chiama Simona, è architetto, scenografa e interior designer specializzata in arredo a misura di bimbo.

Si definisce amante dei viaggi, dei cambiamenti, dei lavori creativi e del bello in tutte le sue forme. La sua più grande passione è la danza, abbandonata per un infortunio che l’ha costretta a cambiare strada e scrivere nuove pagine della sua storia.

Dopo il liceo artistico Simona consegue la laurea in architettura. Nel corso degli studi si appassiona in particolare alla scenografia: all’inizio del suo percorso professionale lavora proprio in questo ambito occupandosi soprattutto di installazioni e performance digitali. Insegna poi all’Università per qualche anno.

"Sono sempre stata molto precisa nei miei obiettivi, quindi il mio percorso lavorativo è coerente con gli studi e le mie passioni. Certo, l'avvio di mia figlia ha scombussolato tutto per almeno un paio di anni. Ma non ho paura dei cambiamenti e delle nuove sfide".
Certo, è risaputo che lavorare in uno studio di architettura è particolarmente stressante e impegnativo dal punto di vista degli orari e delle scadenze imminenti. In questo contesto è difficile garantire tempo di qualità ai propri figli. 
Anche per questo motivo, dopo anni di lavoro, Simona si avvicina al mondo del web, inaugura due blog e decide di reinventarsi. Si rimette sui libri frequentando un master in social media marketing.

Così, dopo la nascita della figlia, nasce Il Pampano Kids Design, un blog che raccoglie idee e proposte di arredo per bambini e in seguito The GI Home’s Diary, in cui Simona può parlare di se, di interior design e arredamento in generale.

“All’inizio della gravidanza catalogavo molti oggetti, arredi e complementi che trovavo in rete e che spesso in Italia non erano presenti. Dopo di me, come spesso accade, molte mie amiche hanno avuto a loro volta dei figli e mi chiedevano consigli su come arredare le camerette, su quali oggetti comprare. E così da cosa nasce cosa. Sono passata dalla scrittura per l’università alle pagine del blog”.

Il Pampano è una raccolta di prodotti di design, giochi e arredi belli e di qualità, di tutto quello che Simona scova nei suoi viaggi o che inventa da zero.

E quando le chiedo come vede il cambiamento e le scelte di vita fatte finora, mi confessa di essere molto felice e realizzata: “E’ vero, a volte mi manca la parte di professione legata alla scenografia, ma non posso paragonarla alla possibilità di lavorare serenamente ed essere molto presente nella vita di mia figlia. Non nascondo che in certi momenti ho faticato molto, ho passato le nottate a lavorare, mi è mancato talvolta il lavoro di gruppo e la socialità propria di uno studio, ma...in fondo sappiamo bene che conciliare la crescita di un figlio con i ritmi degli studi di architettura è veramente faticoso, quasi impossibile”.

Penso che molte di noi possano condividere il pensiero di Simona. Lavorare in proprio è alle volte più complicato e impegnativo ma permette di gestire la giornata in base alle proprie esigenze, cercando di organizzare al meglio tutti gli impegni professionali e familiari. E questo, spesso, vale più di tutto.

venerdì 10 aprile 2015

Martina e Veronica: quando da un incontro nascono piccole sorprese…

“Dietro un’idea c’è sempre una storia, a volte delle storie di vita che si incontrano davanti a un bivio e decidono di andare nella stessa direzione, verso l’inseguimento di un sogno”: così si raccontano due giovani donne, mamme, che hanno unito le loro esperienze e i loro desideri per dedicarsi insieme a un nuovo progetto professionale.

Sono le strade di Martina e Veronica a incrociarsi e dare vita a un’idea originale. Conosciamole meglio. Le due si incontrano durante i mesi della gravidanza, quando acquistano un appartamento nello stesso palazzo. A poco a poco iniziano a parlarsi, conoscersi e condividere aspettative, gioie, paure e timori del loro futuro di donne e mamme.

Curiosamente.. caso ha voluto che entrambe abbiano frequentato il Liceo scientifico Leonardo Da Vinci a Milano, ma avendo 5 anni di differenza, non si siano nemmeno incrociate sui banchi di scuola. Martina si è iscritta a Disegno Industriale al Politecnico di Milano laureandosi in Architettura degli interni e lavorando all’allestimento di spazi espositivi in Italia e all’estero, mentre Veronica ha studiato Filosofia con indirizzo psicologico, lavorando poi per tanti anni in un’azienda che organizza viaggi incentive. 
Tutte e due hanno una vita in movimento, sono sempre con la valigia in mano.
Dopo la pausa di maternità provano entrambe sentimenti contrastanti: sono mamme felici ma con una grande preoccupazione nel cuore legata al rientro al lavoro; lavoro che le porta spesso a spostarsi e a stare lontane da casa. In questo momento di scelta difficile, Martina e Veronica mettono insieme le forze e decidono di avviare una start up, lasciando il loro precedente impiego, poco compatibile con il loro nuovo ruolo di mamme.

“Il progetto di Piccole Sorprese è nato a settembre 2014 dopo alcuni mesi di lavoro al business plan e di confronto in Piano C, uno spazio di co-working pensato per conciliare donne e lavoro". Mi raccontano.
“Eravamo molto spaventate al pensiero di lasciare un lavoro sicuro e frutto di tanti sacrifici fatti negli anni, ma al tempo stesso in noi c’era la certezza di non poter affrontare con serenità un rientro avendo due bambini piccoli. L’idea è nata quasi per caso, mentre ci raccontavamo dei regali inutili ricevuti alla nascita dei nostri bimbi, dei giocattoli che mano a mano si accumulavano nelle nostre case e di quello che ci avrebbe fatto piacere ricevere…” confessano.

Piccole sorprese è il loro marchio di cofanetti regalo dedicato esclusivamente al mondo dei bambini da 0 a 10 anni, che contiene più di 200 attività ed esperienze da vivere in città. “Un prodotto pensato e nato da un’esigenza reale, ossia quella di regalare ai bambini non solo oggetti da accumulare, ma un dono che abbia un valore e un significato, un’esperienza da vivere; è una raccolta di attività e una selezione di luoghi creativi e stimolanti per imparare, crescere e divertirsi”.

Martina e Veronica hanno anche deciso di sostenere, attraverso Piccole Sorprese, la Fondazione Theodora Onlus, la cui missione è portare momenti di gioco, ascolto e sorriso a oltre 35.000 bambini ricoverati in ospedale ogni anno.

“Oggi siamo attive su Milano ma il nostro desiderio a breve è di poter offrire lo stesso servizio anche in altre città”, concludono. E allora, un grande in bocca al lupo a Veronica e a Martina da Start Up in rosa per questa loro bellissima avventura professionale. Vi aspettiamo presto per raccontare lo sviluppo dei vostri futuri progetti insieme!


venerdì 3 aprile 2015

Cristina e il suo sogno nel cuore del Parco Nazionale del Cilento:da consulente del lavoro... a consulente di bellezza

Cosa spinge una donna a lasciare tutto dopo ventitré anni di carriera professionale nel ruolo di consulente del lavoro? Una forte passione per la natura e per i prodotti di bellezza è la chiave di volta nella vita di Cristina; una passione tale da portarla ad aprire nel 2005 un laboratorio di cosmesi naturale.

Cristina mi racconta che ha la fortuna di vivere in un paesino in provincia di Salerno, situato precisamente nel Parco Nazionale del Cilento e Vallo di Diano (patrimonio dell’UNESCO e riserva di biodiversità), una zona preziosa e incontaminata. Ha sempre amato fare passeggiate in campagna, in mezzo a piante e fiori.

“Da piccola facevo lunghe collane con i fiori della borragine, raccoglievo fiori di camomilla e semi di finocchietto selvatico, li facevo essiccare e li utilizzavo per fare delle tisane. Ricordo ancora quando mia mamma con i fiori di farfara faceva il pediluvio e con le foglie di noce un decotto per disinfettare e decongestionare la pelle”. Mi racconta.

Circondata da sempre da fiori e piante officinali, Cristina matura nel tempo l'idea di poterne sfruttare i principi attivi: perchè non impiegarli per la cura e la bellezza della pelle? Nel 2005 nasce così la linea Parco a marchio Docribody, una serie di prodotti per la detersione e la cura di viso e corpo.

“Il mio background professionale era molto lontano da questo mondo; non avendo competenze nel settore mi sono avvalsa della collaborazione di esperti per la formulazione, dal punto di vista dermatologico, fitoterapico e cosmetico. Mi soddisfa molto ricevere testimonianze quotidiane di persone che risolvono problemi legati alla loro pelle dopo anni di cure con prodotti farmaceutici, grazie alle proprietà dermatologiche e mediche dei derivati vegetali impiegati”.


Cristina è appassionata della nuova attività a cui si è interamente dedicata lasciando il precedente lavoro dopo tanti anni; la svolge con piacere e soddisfazione. Senza contare che ora può dedicarsi di più alla famiglia, per lei prioritaria.

“Finalmente mi sento realizzata; la mia più grande soddisfazione è la riconoscenza dei clienti che mi ringraziano per i benefici che vedono e provano in prima persona. E poi mi occupo di quello che ho sempre voluto fare e con cui sono cresciuta, cercando di valorizzare al contempo le ricchezze del nostro territorio”.