lunedì 16 novembre 2015

Entrepreneurs for Social Change: una italiana nella rosa dei 20 giovani candidati

Di ragazzi e ragazze che hanno deciso di abbandonare il proprio Paese in cerca di qualcosa di sicuro e di migliore, ne è pieno il mondo. Nonostante alcuni cliché negativi sugli italiani (non sappiamo parlare bene le lingue, non abbiamo voglia di lavorare, non siamo al pari di altri Paesi..) ci sono tantissimi esempi di persone che sì, probabilmente sono partite senza saper parlare bene inglese, ma che una volta arrivate in terra straniera si sono rimboccare le maniche e hanno studiato, lavorato, frequentato persone di culture differenti e sono migliorate come persone e come lavoratori.
 
Alcuni hanno poi deciso di rimanere lì, altri di tornare e di dare un contributo reale al nostro Paese. Addirittura è aumentata la percentuale di persone provenienti da tutta Europa che scelgono l’Italia quale luogo in cui vivere e che, per costruirsi un futuro qui, cercano un corso italiano per stranieri* e poi si buttano a capofitto in corsi universitari, di specializzazione, alla ricerca di lavori per mettere in pratica quello che hanno imparato.
Ci sono, però, anche ragazzi che non solo parlano benissimo la lingua anglofona, ma conoscono alla perfezione anche altre, come il tedesco, il francese e il portoghese.
 
E’ il caso di Valentina Vitali, imprenditrice sociale che, insieme a Salvatore di Dio, è nella rosa dei 20 imprenditori sociali scelti tra 1.200 candidature provenienti da 26 paesi dell’area euro-mediterranea per partecipare al progetto Entrepreneurs for Social Change. Dal 19 al 25 Ottobre 2015 hanno partecipato a Torino a lezioni, approfondimenti, seminari che hanno avuto come obiettivo quello di allenare i giovani imprenditori nello sviluppo di idee capaci di creare nuove opportunità d’impiego nei rispettivi Paesi di provenienza. Non solo Italia, quindi, ma anche Palestina, Israele, Siria, Egitto, Tunisia, Algeria, Marocco, Serbia, Macedonia, Albania, Francia, Portogallo e Spagna.
 
Dieci ragazzi e dieci ragazze tra i 22 e i 35 anni che hanno tutte le potenzialità per trasformare le idee in imprese sociali, lì dove c’è un’alta disoccupazione e dove è necessario promuovere cambiamenti sociali non violenti.
 
Conosciamo meglio Valentina: libera professionista, da due anni crea e organizza programmi per migliorare la vita di persone deboli; mira ad aiutare la vita dei migranti (spesso vittime di traffico umano) con Cascina Gasp: una forma di fattoria sociale che mira ad integrare le persone svantaggiate tramite la produzione agricola e modelli di sostenibilità.
 
Salvatore è invece un designer laureato in Fisica applicata all’ambiente e all’energia e si occupa di realizzare strumenti e metodi di design innovativo per favorire uno sviluppo sostenibile in zone disagiate. Proprio lui è il co-fondatore e ideatore di PUSH, con sede a Palermo, che si occupa di soluzioni tecnologiche per le smart cities, già vincitrice di numerosi premi in Italia e nel mondo.

Idee che sono state scelte perché hanno il potenziale adatto per diventare delle imprese sociali, in futuro, nel nostro Paese. Dopo questa settimana di training i 20 giovani imprenditori saranno affiancati da tutor esperti per i prossimi nove mesi, per espandere la propria start up e per fare in modo che le loro piccole, ma grandiose idee, possano diventare fruibili per tutti.

In bocca al lupo da Start up in rosa! Seguiteci: al termine del suo percorso di formazione, racconteremo più da vicino lo sviluppo della start up di Valentina.

*Articolo scritto in collaborazione con IH Milano, scuola che offre corsi di inglese, francese, tedesco e cinese, corsi d’inglese per bambini, corsi di italiano per stranieri, corsi per aziende.

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